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  • In 2 anni la filiera italiana della birra ha creato 4.400 nuovi posti di lavoro
  • In Italia ci sono 871 birrifici (+71% negli ultimi 6 anni)
  • 2,47 miliardi di euro all’anno di stipendi dalla industry della birra
  • Il 50% degli addetti ha oltre 10 anni di anzianità: una promessa di stabilità che piace ai giovani
  • L’85% delle aziende reputa la formazione una leva strategica. Ma in Italia ci sono poche opportunità. Per questo arriva Università della Birra

In un Paese che stenta a garantire nuovi posti di lavoro l’industria della birra va in controtendenza: dal 2015 al 2017 gli occupati sono aumentati di 4.400 unità (+5%). Più del doppio rispetto all’andamento medio nazionale (nello stesso arco di tempo, dati Istat, l’occupazione in Italia è cresciuta di circa il +2%). Ogni giorno, dunque, nel settore della birra trovano lavoro almeno 6 persone.

Il dinamismo del mercato del lavoro legato alla birra – che conta 92 mila addetti lungo l’intera filiera – cresce in modo proporzionale alla ricchezza e alla diversificazione delle sue figure professionali: tecnologo alimentare, responsabile analisi qualità, ingegnere chimico alimentare, digital innovation manager, mastro birraio, sommelier della birra…

Le professioni che ruotano attorno alla birra sono tante e “insospettabilmente” moderne, ma non sono ancora abbastanza conosciute e percepite. Per questa ragione l’Osservatorio Birra di Fondazione Birra Moretti ha commissionato ad Althesys la ricerca “Le (insospettabili) professioni della birra”, realizzato intervistando direttamente i protagonisti della filiera e lavorando su un campione rappresentativo di quasi 7mila dipendenti.

La ricerca, presentata il 19 giugno scorso in occasione dell’appuntamento “HEINEKEN Incontra”, conferma quanto la crescita occupazionale del settore birrario nazionale sia strutturale e non episodica: oggi in Italia sono presenti 871 birrifici tra grandi brand e piccole aziende (nel 2013 erano 503). Queste aziende e quelle che compongono l’intera filiera hanno creato, nel 2017, creato 3,5 miliardi di euro di valore aggiunto, dei quali ben 2,5 miliardi destinati alla remunerazione lorda dei lavoratori.

Il settore è solido – in Italia operano i maggiori player internazionali della birra – e caratterizzato da un’alta anzianità lavorativa: il 50% degli occupati ha oltre 10 anni di esperienza. Segnali di stabilità che non possono non piacere alle nuove generazioni, per le quali la birra rappresenta un’opportunità concreta di “lavoro del futuro”.

La filiera della birra è lunga e ricca nelle sue articolazioni, va dalla produzione delle materie prime al servizio finale. E richiede quindi conoscenze, competenze, formazione, agilità di apprendimento, imprenditorialità. Inoltre, secondo i protagonisti della filiera, i trend che ne caratterizzeranno il futuro a livello occupazionale saranno, in primo luogo, la sostenibilità, l’innovazione digitale e lo sviluppo di nuovi gusti. Quest’ultimo punto si lega a doppio filo con la progressiva evoluzione dei gusti degli italiani sulla birra, sempre più aperti alla sperimentazione e alle novità. Tale evoluzione è stata innescata, a sua volta, dal forte impegno di tutto il comparto per promuovere la cultura birraria nel nostro Paese. Un impegno che vede la Fondazione Birra Moretti in prima fila.

Infine, la ricerca condotta da Althesys rivela quanto la formazione sia considerata dalle aziende della filiera un asset determinante per il successo: ben l’85% degli intervistati avverte l’esigenza di investire in questo senso. Sull’offerta formativa italiana in ambito birrario, però, lo studio indica come esista tuttora un gap rilevante rispetto alla domanda, con poche possibilità formative, ad eccezione di alcuni corsi universitari, per chi voglia fare della birra la propria professione.

Per questo motivo, HEINEKEN Italia ha lanciato Università della Birra che, con lo slogan “imparare sul campo”, offre ai professionisti del settore un approfondimento teorico e pratico sui fondamentali del mondo della birra, dalle materie prime alle dinamiche di mercato.

Si tratta di un traguardo importante ma, soprattutto, di un nuovo punto di partenza per lo sviluppo e la diffusione della cultura della birra ad altissimi livelli, attività che come Fondazione Birra Moretti portiamo avanti dal 2015. Siamo profondamente convinti che, anche grazie a questa attività, la birra made in Italy darà non solo al settore ma al nostro Paese nuove, grandi soddisfazioni.

 

Alfredo Pratolongo
Presidente Fondazione Birra Moretti