Abbiamo cominciato a parlare di “Primavera della Birra” in Italia quattro anni fa, quando Fondazione Birra Moretti coniò questa espressione per raccontare non solo la ripresa dei consumi, che per altro stava iniziando, ma soprattutto per descrivere il nuovo corso della birra in Italia.
Alla fine di questo 2019, dopo tre anni e 6 diverse ricerche di Osservatorio Birra, condotte da istituti di primaria importanza come Doxa, Althesys e Blogmeter, che hanno scandagliato dimensioni di analisi diverse e complementari fra loro, possiamo affermare con certezza che la Primavera della birra continua. Il settore crea migliaia di posti lavoro aggiuntivi e fa nascere professioni nuove, viene alimentato da nuovi prodotti di grande qualità e varietà e la birra prende sempre più spazio nelle conversazioni degli italiani
Non si tratta di fenomeni congiunturali, perché la birra in Italia è spinta da tre macro-trend di lungo periodo del settore agroalimentare: il localismo, cioè la ricerca di prodotti con identità territoriale definite, l’attenzione alla naturalità e la richiesta di varietà. Se ci pensate, la birra è perfettamente coerente con queste tre tendenze, che per gli italiani a tavola, quando ne hanno possibilità, sono i parametri che guidano le scelte. E la birra, oltre ad essere al 100% naturale e avere qualità eccellente, è accessibile a tutti. È uscita dalla cerchia ristretta dei gourmand e dei beer lovers, diventando anche patrimonio di una platea più ampia.
Gli italiani hanno adottato la birra facendola diventare una bevanda da pasto. Si sta affermando una cultura birraria specifica nel nostro Paese, molto più legata al cibo di quanto avviene altrove. Basti pensare che oltre l’80% dei consumi di birra in Italia avviene a pasto, un fenomeno abbastanza unico nel panorama europeo.
Ma l’implicazione più interessante di questa primavera della birra è che sta generando ricchezza per tutta l’economia italiana. In questi anni Osservatorio Birra ha studiato il valore condiviso generato dalla birra, che misura per la prima volta in Italia, le ricadute a valle e a monte della produzione, fornendo una fotografia completa dell’impatto economico, sociale e occupazionale della filiera birraria italiana.
Dal 2015 al 2018, il contributo alla ricchezza del Paese generato dalla filiera nazionale della birra è aumentato da 7,8 a 9,2 miliardi di euro, pari allo 0,5% del PIL, con una velocità di crescita tripla rispetto a quella dello stesso PIL nel medesimo periodo. E di questa ricchezza beneficia la filiera: l’agricoltura, che fornisce le materie prime, gli operatori della logistica, la distribuzione e somministrazione. Un caleidoscopio di professioni, anche molto specializzate: in tutto, quasi centomila persone vivono grazie alla birra e da questa traggono ogni anno redditi per 2,5 miliardi di euro. Mentre, per converso, il settore della birra restituisce al fisco 4,3 miliardi di euro all’anno di contributi, pari a quasi l’1 per cento di tutte le entrate fiscali nazionali.
La filiera italiana della birra continua dunque ad accrescere il proprio contributo alla ricchezza del Paese. Siamo ormai in presenza di un fenomeno strutturale, ancora più rimarchevole in un contesto economico e sociale che continua, purtroppo, a presentare non poche complessità.
Gli ultimi, lusinghieri, risultati messi a segno dalla nostra filiera birraria sono un risultato degli sforzi compiuti da tutto il settore, dei suoi imprenditori e delle persone che vi operano, dal campo alla tavola. Penso che Fondazione Birra Moretti abbia il merito di aver dato una chiave di lettura inedita, generando una migliore consapevolezza in migliaia di persone comuni, addetti ai lavori e decisori pubblici. Perché la birra è un settore complesso con tanto valore nascosto, che per essere valorizzato deve essere raccontato.
Un sincero grazie a tutti quelli che hanno dedicato attenzione alle nostre attività, i miei migliori auguri di buone feste. Un brindisi con un buon bicchiere di birra, perché no, a un 2020 ricco di grandi soddisfazioni per tutti.
Alfredo Pratolongo
Presidente Fondazione Birra Moretti