
Il nostro viaggio nella cultura del territorio fa tappa a Roma, per ritrovare luoghi e sapori della capitale e sottolinearne identità e bellezza, e perché no … degustando una buona birra.
Per cominciare il suggerimento non ha vista sul Colosseo né si trova a due passi dalla Fontana di Trevi, bensì le nostre “vacanze romane” iniziano sulla sabbia di Fregene. Proprio dove i romani amano trascorrere una giornata di relax, concedendosi una fuga al mare, anche in inverno, per godersi il sole e il rumore delle onde. Un’abitudine che risale agli anni cinquanta, e consolidatasi durante il boom economico dei mitici anni sessanta. Quanti film inquadrano Alberto Sordi o Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi o Marcello Mastroianni, diretti da Dino Risi o Federico Fellini, gustare uno spaghetto alle vongole, seduti al tavolo di uno degli accoglienti ristoranti sulla spiaggia. Non ci resta quindi che immergerci in questa atmosfera con i grandi classici, “Spaghetti alle telline sgusciate” o “Spaghetti alle Vongole” perché il guscio quel sapore in più lo lascia. A seguire il fritto, a scelta del giorno o un tipico calamari e gamberi. Da bere “Lager” per un sorso dissetante e non troppo complesso, perfetto con la sapidità marina. Come l’australiana Foster’s, nata giustamente sul mare di Melbourne. Dai sentori fruttati leggeri e delicati con note di cereali e luppolo in equilibrio, regala un sorso davvero felice. Ideale anche una Heineken 0.0, di particolare freschezza, ben bilanciata, una birra che invita alla convivialità, elemento importante di un pranzo sul mare, magari la domenica che poi sarà necessario rimettersi alla guida per il rientro a casa.
È il momento di tornare in città dove, volontariamente e letteralmente, ci si perde tra le sue meraviglie. Il nostro invito è di scoprire un Museo molto particolare e di grande fascino: “Centrale Montemartini”. Il complesso era una centrale termoelettrica, trasformata, alla sua dismissione, in una sezione distaccata dei Musei Capitolini.
Terminata la visita, siamo in zona Ostiense, la vivacità gastronomica del quartiere propone diverse opzioni. Dal Bistrot con cucina romana contemporanea, a ristoranti che prediligono la scelta vegetariana, a Pub con 15 linee di birra alla spina e grande attenzione all’arte brassicola artigianale. Insomma, una cucina di scelte creative e moderne, ma sempre di gran soddisfazione. Se non si vuole rinunciare alla pasta ecco un classico rivisitato: “Fettuccine con salsiccia, pesto di menta e pecorino”. Abbiniamo Ciney Brune, una Ale belga, nata nell’omonimo villaggio, scura e ad alta fermentazione. Intensa e ricca nei sentori di frutti di bosco e miele. Di morbida struttura non rinuncia ad un piacevole tocco amaro. Dagli anni ‘80, esiste anche la Ciney Blonde, una Strong Ale chiara, altrettanto intrigante nei profumi e gratificante nel sorso.
Tra le bellezze di Roma, un altro museo merita il viaggio. Si tratta del “Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia” che custodisce, tra le bellissime opere, il “Sarcofago degli Sposi”, un capolavoro celebre in tutto il mondo. Da non perdere anche gli spazi esterni e dei giardini, con una splendida statuta di Ninfeo, delle due ville rinascimentali che ospitano il museo.
Dopo i tesori etruschi, è giunto il momento di un altro tesoro di Roma: la Matriciana. Ingiustamente tenuta in panchina, rispetto alla Carbonara, è una vera meraviglia, con quel tocco di piccante che soddisfa appieno. La ricetta, antica e popolare, è codificata e certificata dal Comune di Amatrice. Gli ingredienti sono rigorosamente spaghetti, guanciale di Amatrice, pomodori pelati e pecorino romano dop. Unica concessione all’era moderna, l’utilizzo dei bucatini. Duplice scelta per la birra in abbinamento. Restiamo a Roma con il birrificio artigianale Rebel’s. In un casale sull’Ardeatina, circondato dal verde, i quattro giovani ribelli e appassionati soci producono ben quindici referenze. Tra queste scegliamo la “Tempura Crunch” note speziate e agrumate che richiamano lontane atmosfere asiatiche e ben si sposano con la intensità del primo piatto. In alternativa, o perché no degustarle entrambe, una birra rossa, anch’essa in linea con le sensazioni intense. La “Murphy’s Red” è la nostra scelta. Aromatica, note fruttate, intensa ed equilibratamente amaricante.
Ma possiamo gustare Roma, senza un “Carciofo alla Giudia”? Praticamente impossibile. La meta è il quartiere ebraico, precisamente via del Portico d’Ottavia dove il tipico piatto viene eseguito a regola d’arte, rendendo il carciofo una sorta di bellissimo fiore croccante fuori e tenero dentro. Del carciofo già scriveva nel 77 d.c. Plinio il Vecchio. “Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero” parole che negli anni ‘50, il poeta Pablo Neruda dedicava all’ortaggio. In abbinamento è il momento di scoprire una India Pale Ale, conosciuta con l’acronimo IPA, birra dallo stile audace, a volte coraggioso che declina con originalità sapori intensi e amari. Tra le molte ci piace indicare la californiana Lagunitas IPA realizzata con la bellezza di 43 varietà diverse di luppolo e 65 tipi di malto. Rinfrescante, persistente, giustamente ricca di sensazioni e sapori.
Il nostro percorso del gusto, nella Capitale, chiude in bellezza con due specialità della cucina romana, che andremo a gustare a Trastevere, iconico quartiere capitolino. E precisamente partiamo da via San Cosimato 7. Sul muro di questa casa è apposta una targa che celebra la nascita dell’attore Alberto Sordi, avvenuta il 15 giugno del 1920. Più Romano di così …
Regno di una cucina tipica e popolare, Trastevere offre una bella scelta di osterie romane dalle atmosfere autentiche e conviviali. Proprio in una di queste vanno assaggiati “Trippa alla Romana” e “Supplì”. Piatti dai sapori ricchi e invitanti, ricette immutate nel tempo e rappresentazione quasi onirica del sapore di Roma. Abbiniamo due birre di altrettanta forza, di bel carattere e di nobile matrice. Una strong lager, dal deciso grado alcolico come la Bulldog dall’aroma molto elegante e identitario ed un sorso appagante sotto tutti i punti di vista, è perfetta con la trippa e la sua pienezza. Con il Supplì, piatto concreto, ma al medesimo tempo, non eccessivamente impegnativo, cerchiamo la freschezza di una Radler. La ricetta nata in Germania nel 1922, prevede l’unione tra birra e succo di limone. Una miscela di grande freschezza, dissetante, di bassissima gradazione e di sapore energico per la spinta agrumata. Scegliamo il bel sorso della Dreher Limone.