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FBM generale

Il siciliano Salvatore Castano miglior sommelier della birra

By FBM generale

IL PREMIO DI FONDAZIONE BIRRA MORETTI AI CAMPIONATI ITALIANI ASPI

Al concorso ASPI “Miglior Sommelier d’Italia 2019” Fondazione Birra Moretti ha premiato
Il 29enne Salvatore Castano per aver mostrato la conoscenza più approfondita della birra e dei suoi abbinamenti.
Pratolongo: “Sommelier ambasciatori della birra a tavola”

Birra protagonista della sfida del gusto e dell’assaggio indetto da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana che ha decretato il Miglior Sommelier d’Italia 2019. Il “Premio Fondazione Birra Moretti per la valorizzazione della birra a tavola” è stato assegnato a Salvatore Castano, per aver mostrato la conoscenza più approfondita del mondo della birra e la capacità di servirla e abbinarla al meglio.

Salvatore Castano, 29 anni, di Giardini Naxos (Taormina), si è diplomato all’Istituto Alberghiero. Ha iniziato la carriera tra Firenze, Portofino e i Caraibi, poi il trasferimento a Londra come Commis Sommelier in uno dei ristoranti di Alain Ducasse, The Dorchester, dove è stato promosso Assistente Capo Sommelier. A seguire l’esperienza come Capo Sommelier al ristorante Mash a Londra, attualmente lavora al ristorante Annabel’s, nel cuore della capitale inglese.

PRATOLONGO, PRESIDENTE FONDAZIONE BIRRA MORETTI: SOMMELIER AMBASCIATORI DELLA BIRRA A TAVOLA
La partecipazione alla manifestazione organizzata da ASPI supporta l’obiettivo di Fondazione Birra Moretti, far conoscere e raccontare agli italiani tutte le sfumature della birra, la cultura del gusto e dell’abbinamento di questa bevanda millenaria, le sue uniche regole del servizio.
Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti: “La birra è uno degli elementi più distintivi dell’evoluzione della figura del sommelier. In passato questa bevanda è stata trascurata, ma oggi diversi sommelier hanno iniziato a creare percorsi dell’abbinamento nei quali le birre vengono proposte accanto al vino per valorizzare al meglio piatti e sapori innovativi o riscoprire specialità della nostra tradizione. Dietro alla somministrazione di una birra al bar o al ristorante c’è un professionista in grado di valorizzare il prodotto al massimo delle sue potenzialità, che sa raccontarlo al cliente, consigliarne gli abbinamenti, pianificare l’acquisto degli stock. In un momento in cui cresce la curiosità anche per le birre speciali, il sommelier è il tramite ideale per trasmettere la cultura della birra ai clienti, guidandoli verso scelte più informate e quindi migliori, nel segno di un consumo di birra legato alla qualità e al piacere della tavola.

DOXA: 7 ITALIANI SU 10 BEVONO BIRRE SPECIALI (MA NON RINUNCIANO ALLE LAGER)
La conferma di una crescente curiosità in Italia per questa bevanda arriva dalla ricerca “Gli Italiani e le birre speciali”, realizzata nel 2018 da DOXA per l’Osservatorio Birra. Secondo lo studio, ormai 7 italiani su 10 bevono birre speciali (ma solo 1 su 10 ha rinunciato alla classica chiara). Il 77% apprezza le sperimentazioni di nuovi ingredienti e sapori nelle birre speciali, mentre l’82% pensa che le birre – soprattutto a fronte dell’attuale varietà – si adattino perfettamente al cibo e alle ricette tipiche della dieta mediterranea. Una vera e propria rivoluzione epocale.

I CONSUMI FUORI CASA GENERANO I DUE TERZI DEL VALORE CONDIVISO DELLA BIRRA IN ITALIA
L’abbinamento birra-cibo è un gioco per il consumatore curioso, una sfida per i professionisti dell’assaggio e della degustazione. Ancora oggi ristoranti, trattorie, pizzerie, bar e gastro-pub gli italiani sono il luogo ideale per scoprire nuovi stili, abbinamenti gastronomici, carte delle birre sempre più fornite e a prezzi abbordabili. Conferma questa valutazione la ricerca “Birra, valore condiviso”, realizzata da Althesys Ricerche per la Fondazione Birra Moretti. In 2 anni, dal 2015 al 2017, il mondo che ruota attorno ai consumi fuori casa di birra è arrivato a rappresentare il 64% (2 anni prima era il 58,5%) del totale del valore condiviso della birra – ovvero il contributo della birra alla crescita della ricchezza e al benessere del nostro Paese – pari a 5.661 milioni di euro.

www.fondazionebirramoretti.it

La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

Per informazioni:
Ufficio Stampa Fondazione Birra Moretti
INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione
Matteo de Angelis – Tel. 334 6788708
m.deangelis@inc-comunicazione.it

Fondazione Birra Moretti
Presidente: Alfredo Pratolongo – @AAPratolongo
Coordinatore: Paolo Merlin

Generazione Birra: identikit dei 30-45enni al ristorante la ordinano spesso, mescolando competenza e curiosità – 2019

By FBM generale

7 RISTORANTI SU 10 IMPEGNATI A PROMUOVERE LA BIRRA

Una ricerca realizzata dalla Fondazione Birra Moretti in collaborazione con Noi di Sala traccia l’identikit di chi
oggi preferisce la birra in abbinamento a piatti tradizionali e gourmet: cresce il gradimento per le birre speciali,
3 clienti su 4 chiedono che siano servite correttamente, ma sanno anche ascoltare i consigli del sommelier.
Per 6 Restaurant Manager su 10 la birra rappresenterà una parte sempre più importante dei propri ricavi da
qui ai prossimi 5 anni.

“Una birra, per favore!” Una ricerca di Fondazione Birra Moretti, realizzata in collaborazione con Noi di Sala, entra nei ristoranti per raccontare il rapporto degli italiani con la birra da un punto di vista inedito: quello del personale di sala, che ha rivelato come la ordinano, con cosa la abbinano, quanto ne sanno i nostri connazionali di una bevanda che sempre più viene abbinata con i piatti più tradizionali e con quelli gourmet. Scopriamo così che oggi a guidare la tendenza birra è una generazione, quella dei 30-45enni (rappresentano il 66% dei consumatori al ristorante), che beve birra in modo “diverso”, impensabile per i loro coetanei di 10 o 15 anni fa. Che magari la assaggiavano, seguendo una tendenza allora agli albori, ma difficilmente la sceglievano per abbinarla, ad esempio, come succede oggi, anche con un piatto a base di pesce…

La ricerca è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione Birra Moretti, Fondazione di partecipazione costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa al fine di contribuire alla crescita della cultura della birra in Italia, e Noi di Sala, l’associazione che raggruppa i professionisti italiani di sala e cantina. Il progetto è entrato dietro le quinte di 100 ristoranti italiani (il 42% gourmet e stellati) per raccogliere il parere di sommelier, maître e camerieri, in pratica quanti hanno il contatto diretto con il cliente del ristorante, lo consigliano, ne accolgono le richieste, la figura ideale insomma per saggiare lo stato di salute della birra nel fuori casa.

Abbiamo voluto approfondire il trend della birra fuori casa con l’aiuto di chi accoglie e serve i clienti nei migliori ristoranti in Italia”, rivela Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti. Scoprendo tra l’altro che 8 Restaurant manager su 10 vogliono migliorare la conoscenza professionale della birra e ben l’85% afferma che, quando deve assumere nuovo personale, ha difficoltà a trovare persone formate e con le giuste competenze in tema di birra.

La prima sorpresa arriva dall’identikit di chi, al ristorante, ordina la birra. Ci si aspetterebbe che a farlo siano soprattutto i Millennials, invece il beer lover da ristorante, quello che la ordina e richiede più informazioni e approfondimenti sul prodotto, ha tra i 30 e i 45 anni. Il cliente tipo che chiede la birra continua a essere soprattutto uomo (70%), ma ormai anche 1 donna su 4 include l’ordine di un calice di birra insieme ai propri piatti preferiti, a dimostrazione che stanno lentamente venendo meno quei pregiudizi (la birra gonfia e ingrassa) che ne hanno a lungo frenato il gradimento presso il pubblico femminile.

La birra al ristorante non è un ripiego, ma una precisa scelta di gusto: interrogati sul tipo di birra che hanno servito di più negli ultimi 6 mesi, il personale di sala ha risposto che nel 31% dei casi sono state birre speciali, e cioè tutto l’universo di sapori, profumi, colori e ingredienti (dalle Ale alle Blanche, dalle Bock alle IPA e così via) che va oltre la classica birra chiara (che continua a essere richiesta dal 2 clienti su 3%, specie nei mesi estivi, da giugno a settembre).

L’estate è ancora la stagione in cui la voglia di birra, anche al ristorante, è più forte (65%), ma nel 30% circa dei casi il personale di sala certifica che questa bevanda viene servita ormai tutto l’anno e a tutto pasto, anche alternandola ad altre bevande come il vino. Anche per questo quasi 7 clienti su 10 chiedono (spesso, o qualche volta) se c’è anche una carta delle birre.

A proposito di cultura di prodotto, chi negli ultimi 6 mesi ha scelto la birra al ristorante è un consumatore informato o quantomeno curioso. 3 clienti su 4 (76%) chiedono che la birra sia servita con la giusta quantità di schiuma o alla giusta temperatura. Ci sono gli intenditori (37%) che sanno già cosa vogliono e ordinano in modo molto mirato, facendo riferimento agli stili birrari e/o direttamente a un marchio. Analoga la percentuale dei curiosi (58,5%) che pur non conoscendo stili e caratteristiche sono interessati ad approfondire e si lasciano consigliare dal personale.

BIRRA, ASSET STRATEGICO DELLA RISTORAZIONE ITALIANA
Tanti indizi delineano un trend. Già oggi il 46% degli intervistati afferma che una parte importante dei propri ricavi deriva dalla birra. E il 59% stima che da qui ai prossimi 5 anni la birra potrebbe avere un peso ancora superiore sui loro introiti futuri.
Conferma questa valutazione la ricerca “Birra, valore condiviso”, realizzata da Althesys Ricerche per la Fondazione Birra Moretti. In 2 anni, dal 2015 al 2017, il mondo che ruota attorno ai consumi fuori casa di birra è arrivato a rappresentare il 64% (2 anni prima era il 58,5%) del totale del valore condiviso della birra – ovvero il contributo della birra alla crescita della ricchezza e al benessere del nostro Paese – pari a 5.661 milioni di euro.

7 RISTORANTI ITALIANI SU 10 IMPEGNATI A PROMUOVERE LA BIRRA
Il ruolo del personale di sala è fondamentale per sostenere questo trend e consolidare la cultura della birra dei nostri connazionali. 6 maître e sommelier su 10 credono che, anche se è cresciuto il livello medio di conoscenza di questo prodotto, i clienti debbano ancora essere guidati nella scelta delle birre. E 7 su 10 ritengono di essersi impegnati (molto o abbastanza) per far conoscere e apprezzare maggiormente la birra nel proprio ristorante.
Tra le iniziative adottare dai ristoranti italiani per promuovere la cultura della birra, il 39% dei sommelier afferma che quando si serve una birra ne vengono sempre descritte le caratteristiche, il 22% ha ampliato la sua offerta di birre e il 15% cerca di proporla il più possibile ai clienti, senza pregiudizi o tabù. E infatti il 36% la propone, sempre o spesso, assieme al vino nello stesso pasto.
Fondamentale il servizio perfetto: il 47% presta particolarmente attenzione a servire la birra con la giusta quantità di schiuma, il 40% la propone nel bicchiere corretto e il 36% verifica sempre che sia portata al tavolo alla temperatura corretta per ogni stile birrario.

… MA 8 MANAGER SU 10 VOGLIONO MIGLIORARE LA CONOSCENZA PROFESSIONALE DI QUESTA BEVANDA
Un maître su 2 (51%) giudica buona o ottima la preparazione del suo personale di sala sul servizio della birra è buona o ottima, mentre il 31% sostiene che sia sufficiente. E il 17% ammette che è migliorabile. Il 77% dei ristoratori ritiene che il proprio personale di sala desideri ampliare la conoscenza della birra e del suo servizio. E l’85% afferma che quando deve assumere nuovo personale, è difficile trovare persone sufficientemente formate e con le giuste competenze in tema di birra e non solo.

www.fondazionebirramoretti.it

La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

Per informazioni:
Ufficio Stampa Fondazione Birra Moretti
INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione
Matteo de Angelis – Tel. 334 6788708
m.deangelis@inc-comunicazione.it

Fondazione Birra Moretti
Presidente: Alfredo Pratolongo – @AAPratolongo
Direttore: Paolo Merlin

Non solo pizza: d’estate boom di consumi di birra al ristorante

By FBM generale

LA TENDENZA? CONSUMARLA COME APERITIVO O CON GLI ANTIPASTI

Secondo uno studio di Fondazione Birra Moretti e Noi Di Sala, per 9 addetti ai lavori su 10 durante la bella
stagione si beve più birra rispetto a 10 anni fa. Se la birra chiara è la più richiesta dai clienti italiani e
stranieri, 1 consumatore su 4 sceglie invece il mondo più variegato delle birre speciali (dalle Ale alla Blanche,
dalle Bock alle IPA, e così via). Per 6 Restaurant Manager su 10, la birra rappresenterà una parte sempre più
importante dei propri ricavi da qui ai prossimi 5 anni.

La birra è la regina delle tavole estive, anche al ristorante. La conferma arriva da una ricerca realizzata da Fondazione Birra Moretti in collaborazione con Noi di Sala, entrata nei ristoranti per spiegare il rapporto degli italiani con la birra dal punto di vista del personale di sala, che ha rivelato come la ordinano, con cosa l’abbinano, quanto nel sanno i nostri connazionali di una bevanda che sempre più viene abbinata con i piatti più tradizionali e con quelli gourmet. Scopriamo così che, anche se viene proposta esattamente come nel resto dell’anno, 2 camerieri e sommelier su 3 (65%) riscontrano che durante la bella stagione il consumo di birra nel loro locale è superiore rispetto al resto dell’anno. E tutti o quasi (92%) sono concordi sul fatto che oggi al ristorante d’estate si beve molta più birra rispetto a 10 anni fa.

La ricerca “L’estate della birra al ristorante” è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Fondazione Birra Moretti, Fondazione di partecipazione costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa al fine di contribuire alla crescita della cultura della birra in Italia, e Noi di Sala, l’associazione che raggruppa i professionisti italiani di sala e cantina. Il progetto è entrato dietro le quinte di 100 ristoranti italiani (il 42% gourmet e stellati) per raccogliere il parere di sommelier, maître e camerieri, in pratica quanti hanno il contatto diretto con il cliente del ristorante, lo consigliano, ne accolgono le richieste, la figura ideale insomma per saggiare lo stato di salute della birra nel fuori casa.

La tipologia di birra più amata dell’estate nei ristoranti è quella chiara. Lager e Pils, le più leggere e beverine, sono le più servite (e consigliate dal personale di sala) da luglio a settembre nel 70% dei casi. Anche se il 30% dei clienti non rinuncia, neanche nei mesi più caldi, alle birre speciali, e cioè a tutto quell’universo di sapori, profumi, colori e ingredienti (dalle Ale alla Blanche, dalle Bock alle IPA, e così via) che sta sempre più caratterizzando le preferenze dei nostri connazionali.
Scopriamo che d’estate la birra in genere viene ordinata soprattutto come aperitivo, magari al posto delle bollicine, o assieme all’antipasto (56%). Mentre il 26% la sceglie in abbinamento ad alcune portate, alternandola ad altre bevande come ad esempio il vino o, addirittura, a tutto pasto (17%). E c’è anche un 3% che la gradisce a fine pasto, senza accompagnarla al cibo.
Sono gli antipasti di terra (17%) e quelli di mare (11%) i piatti più gettonati nel percorso del gusto con la birra. E rappresentano il nuovo che avanza dietro all’abbinamento estivo per eccellenza, quello con la pizza, un must per le serate in vacanza di 1 avventore su 2 (52%).

Un’altra sorpresa arriva dall’identikit di chi, d’estate, ordina birra al ristorante. Ci si aspetterebbe che a farlo siano soprattutto i Millennials, invece il beer lover da ristorante, quello che la ordina e richiede più informazioni sul prodotto, ha tra i 35 e i 45 anni… o più. Proprio la fascia d’età dal maggior potere d’acquisto e punta la birra invece di alternative più costose, a testimoniare quanto la birra in Italia sia ormai una scelta di gusto. Il cliente tipo che chiede la birra continua ad essere soprattutto uomo (70%), ma secondo il personale di sala uomini e donne la ordinano allo stesso modo (30%), segno che stanno venendo meno quei pregiudizi (la birra gonfia o ingrassa) che a lungo ne hanno frenato il gradimento presso il pubblico femminile.

In generale, 8 clienti su 10 chiedono se c’è una carta delle birre. Quasi 8 su 10 (76%) pretendono che la loro birra sia servita a regola d’arte, alla giusta temperatura e con la giusta quantità di schiuma. Per 1 intervistato su 3 i clienti chiedono informazioni su ingredienti e stili della loro birra.

BIRRA E TURISMO, D’ESTATE ARRIVANO DALL’EUROPA I CLIENTI STRANIERI CHE LA ORDINANO DI PIU’
Ma d’estate i tavoli dei ristoranti si riempiono anche di avventori stranieri, un asset sempre strategico per il bilancio di ristoranti, trattorie e pizzerie italiani. E i turisti in visita in Italia che si regalano una o più pasti fuori non hanno remore a provare abbinamenti tra la cucina mediterranea e la cosmopolita birra. Tra i clienti stranieri, quelli che consumano più birra d’estate al ristorante provengono soprattutto dall’Europa occidentale (52%) o da paesi extraeuropei (13%). Il 69% ordina soprattutto birre lager, ma 1 su 4 è incuriosito dalle speciali. Solo il 4% chiede birre del suo paese d’origine.

BIRRA, ASSET STRATEGICO DELLA RISTORAZIONE ITALIANA
Tanti indizi delineano un trend. Già oggi il 46% degli intervistati afferma che una parte importante dei propri ricavi deriva dalla birra. E il 59% stima che da qui ai prossimi 5 anni la birra potrebbe avere un peso ancora superiore sui loro introiti futuri.
Conferma questa valutazione la ricerca “Birra, valore condiviso”, realizzata da Althesys Ricerche per la Fondazione Birra Moretti. In 2 anni, dal 2015 al 2017, il mondo che ruota attorno ai consumi fuori casa di birra è arrivato a rappresentare il 64% (2 anni prima era il 58,5%) del totale del valore condiviso della birra – ovvero il contributo della birra alla crescita della ricchezza e al benessere del nostro Paese – pari a 5.661 milioni di euro.

7 RISTORANTI ITALIANI SU 10 IMPEGNATI A PROMUOVERE LA BIRRA
Il ruolo del personale di sala è fondamentale per sostenere questo trend e consolidare la cultura della birra dei nostri connazionali. 6 maître e sommelier su 10 credono che, anche se è cresciuto il livello medio di conoscenza di questo prodotto, i clienti debbano ancora essere guidati nella scelta delle birre. E 7 su 10 ritengono di essersi impegnati (molto o abbastanza) per far conoscere e apprezzare maggiormente la birra nel proprio ristorante.
Tra le iniziative adottare dai ristoranti italiani per promuovere la cultura della birra, il 39% dei sommelier afferma che quando si serve una birra ne vengono sempre descritte le caratteristiche, il 22% ha ampliato la sua offerta di birre e il 15% cerca di proporla il più possibile ai clienti, senza pregiudizi o tabù. E infatti il 36% la propone, sempre o spesso, assieme al vino nello stesso pasto.
Fondamentale il servizio perfetto: il 47% presta particolarmente attenzione a servire la birra con la giusta quantità di schiuma, il 40% la propone nel bicchiere corretto e il 36% verifica sempre che sia portata al tavolo alla temperatura corretta per ogni stile birrario.

… MA 8 MANAGER SU 10 VOGLIONO MIGLIORARE LA CONOSCENZA PROFESSIONALE DI QUESTA BEVANDA
Un maître su 2 (51%) giudica buona o ottima la preparazione del suo personale di sala sul servizio della birra è buona o ottima, mentre il 31% sostiene che sia sufficiente. E il 17% ammette che è migliorabile. Il 77% dei ristoratori ritiene che il proprio personale di sala desideri ampliare la conoscenza della birra e del suo servizio. E l’85% afferma che quando deve assumere nuovo personale, è difficile trovare persone sufficientemente formate e con le giuste competenze in tema di birra e non solo.

www.fondazionebirramoretti.it

La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

Per informazioni:
Ufficio Stampa Fondazione Birra Moretti
INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione
Matteo de Angelis – Tel. 334 6788708
m.deangelis@inc-comunicazione.it

Fondazione Birra Moretti
Presidente: Alfredo Pratolongo – @AAPratolongo
Direttore: Paolo Merlin

Generazione Birra: identikit dei 30-45enni al ristorante la ordinano spesso, mescolando competenza e curiosità – 2018

By FBM generale

Una ricerca realizzata dalla Fondazione Birra Moretti in collaborazione con Noi di Sala e ASPI traccia l’identikit
di chi oggi preferisce la birra (che non a caso porta quasi il 5% del fatturato nei ristoranti gastronomici(1) in
abbinamento a piatti tradizionali e gourmet: 6 clienti su 10 preferiscono le birre speciali e chiedono che siano
servite con la schiuma, ma sanno anche ascoltare i consigli del sommelier.
E i ristoranti si adeguano aumentando (in 1 caso su 2) le referenze presenti sulla carta delle birre,
richiesta al ristorante da quasi 7 italiani su 10.

“Una birra, per favore!” Una ricerca di Fondazione Birra Moretti, realizzata in collaborazione con Noi di Sala, entra nei ristoranti per raccontare il rapporto degli italiani con la birra da un punto di vista inedito: quello del personale di sala, che ha rivelato come la ordinano, con cosa la abbinano, quanto ne sanno i nostri connazionali di una bevanda che sempre più viene abbinata con i piatti più tradizionali e con quelli gourmet. Scopriamo così che oggi a guidare la tendenza birra è una generazione, quella dei 30-45enni (rappresentano il 57,4% dei consumatori al ristorante), che beve birra in modo “diverso”, impensabile per i loro coetanei di 10 o 15 anni fa. Che magari la assaggiavano, seguendo una tendenza allora agli albori, ma difficilmente la sceglievano per abbinarla, ad esempio, come succede oggi, anche con un piatto a base di pesce…

La ricerca è stata realizzata grazie alla collaborazione tra la Fondazione Birra Moretti, Fondazione di partecipazione costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa al fine di contribuire alla crescita della cultura della birra in Italia, Noi di Sala, l’associazione che raggruppa i professionisti italiani di sala e di cantina e ASPI, l’Associazione della Sommellerie Professionale Italiana. Il progetto(2) è entrato dietro le quinte di 200 ristoranti italiani (circa il 60% di livello alto) per raccogliere il parere di sommelier, maître e camerieri, in pratica quanti hanno il contatto diretto con il cliente del ristorante, lo consigliano, ne accolgono le richieste, la figura ideale insomma per saggiare lo stato di salute della birra nel fuori casa.

Questa ricerca conferma che sta cambiando il cosiddetto “palato collettivo” e che la capacità degli italiani di avvertire e apprezzare la gamma di sapori offerti dai molti stili birrari si sta affinando. Il consumo di birra fuori casa si sta modificando in meglio, come confermano i dati del nostro Osservatorio Birra”, rivela Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti. “Ristoranti, bar, pub e pizzerie rappresentano infatti il 41,5% dei consumi di birra e generano il 75% dei ricavi del settore birrario italiano(3). E’ qui che gli italiani hanno scoperto e continuano a scoprire nuovi stili, abbinamenti gastronomici, carte delle birre sempre più fornite. Un insieme di elementi che hanno consentito al consumatore di sperimentare e di formare una propria personale cultura della birra“.

La prima sorpresa arriva dall’identikit di chi, al ristorante, ordina la birra. Ci si aspetterebbe che a farlo siano soprattutto i Millennials, invece il beer lover da ristorante, quello che la ordina e richiede più informazioni e approfondimenti sul prodotto, ha tra i 30 e i 45 anni. Il cliente tipo che chiede la birra continua a essere soprattutto uomo (75%), ma ormai anche 1 donna su 4 include l’ordine di un calice di birra insieme ai propri piatti preferiti, a dimostrazione che stanno lentamente venendo meno quei pregiudizi (la birra gonfia e ingrassa) che ne hanno a lungo frenato il gradimento presso il pubblico femminile.

La birra al ristorante non è un ripiego, ma una precisa scelta di gusto: interrogati sul tipo di birra che hanno servito di più negli ultimi 6 mesi, il personale di sala ha risposto che nel 55% dei casi sono state birre speciali, e cioè tutto l’universo di sapori, profumi, colori e ingredienti (dalle Ale alle Blanche, dalle Bock alle IPA e così via) che va oltre la classica birra chiara (che continua a essere richiesta dal 45% dei clienti).

A proposito di cultura di prodotto, chi sceglie la birra al ristorante è un consumatore informato o quantomeno curioso. 6 clienti su 10 (57%) chiedono che la birra sia servita con la giusta quantità di schiuma o alla giusta temperatura. Solo 3 su 10 chiedono semplicemente “una chiara” o “una rossa”.
Ci sono gli intenditori (21%) che sanno già cosa vogliono e ordinano in modo molto mirato, facendo riferimento agli stili birrari e/o direttamente a un marchio. Analoga la percentuale dei curiosi (21,5%) che pur non conoscendo stili e caratteristiche sono interessati ad approfondire e si lasciano consigliare dal personale. La birra al ristorante viene servita a tutto pasto. Nel 38% dei casi viene servita all’inizio, come aperitivo. Nel 60% in abbinamento a tutte le portate, anche alternandola ad altre bevande come il vino. e nel 2% dei casi la birra è la conclusione del pasto, servita dopo il dessert o come bevanda “da meditazione”.
Nei ristoranti italiani si abbina soprattutto ai piatti a base di carne (76%), ma è significativo che nel 24% dei casi la si porti assieme al pesce, uno degli incontri gastronomici mediterranei più sorprendenti e di successo.

L’estate è ancora la stagione in cui la voglia di birra, anche al ristorante, è più forte (65%), ma nel 30% circa dei casi il personale di sala certifica che questa bevanda viene servita ormai tutto l’anno.
Anche per questo quasi 7 clienti su 10 chiedono (spesso, o qualche volta) se c’è anche una carta delle birre.

E i ristoranti rispondono a questa richiesta del mercato: interrogati su quanto è cambiata negli ultimi 6 mesi la selezione di birre del proprio locale, 1 ristoratore su 2 ha dichiarato di aver aggiunto qualche referenza. E c’è anche un 7% che ammette di aver raddoppiato, o addirittura triplicato, il numero di referenze disponibili.

www.fondazionebirramoretti.it

La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

Per informazioni:
Ufficio Stampa Fondazione Birra Moretti
INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione
Matteo de Angelis – Tel. 334 6788708
m.deangelis@inc-comunicazione.it

Fondazione Birra Moretti
Presidente: Alfredo Pratolongo – @AAPratolongo
Coordinatore: Paolo Merlin

 

(1) Fonte: Studio “Famiglie e birra, la spina dorsale dei consumi fuori casa in Italia” condotto da Althesys per conto di Osservatorio Birra e promosso da Fondazione Birra Moretti. Novembre 2017

(2) La ricerca è stata condotta attraverso un questionario online somministrato tra settembre e ottobre 2018, a 200 sommelier e restaurant manager che operano in Italia iscritti alle associazioni “ASPI” e “Noi di Sala”. Elaborazione a cura di Fondazione Birra Moretti.

(3) Fonte: Studio “Famiglie e birra, la spina dorsale dei consumi fuori casa in Italia” condotto da Althesys per conto di Osservatorio Birra e promosso da Fondazione Birra Moretti. Novembre 2017

Quando la birra incontra le spezie

By FBM generale

ARRIVA IL VADEMECUM DI FONDAZIONE BIRRA MORETTI

Birra e spezie: solo a prima vista moda del momento nella scia del bere miscelato, di tè e caffè, è in realtà un incontro che ha radici antichissime, oggi tornato di nuovo attuale in infinite sfumature del gusto. E che Fondazione Birra Moretti, la fondazione di partecipazione che ha la finalità di migliorare la conoscenza della birra in Italia, esplora in una masterclass esclusiva in occasione del concorso ASPI “Miglior Sommelier d’Italia 2018”.

BIRRA E SPEZIE, IN PRINCIPIO FU L’IPPOCRASSO. E L’ERA DELLE BIRRE “IN BARRIQUE”
L’idea di aggiungere spezie e erbe aromatiche ad una bevanda fermentata risale al tardo Medioevo e al Rinascimento, quando l’Ippocrasso spopolava nelle corti europee. Ma era più necessità che moda. L’intensità di spezie e erbe veniva usata per mascherare errori di produzione o conservazione di una cotta “nata male”.
Nei secoli, il perfezionamento del processo produttivo ha decretato il ritorno a una birra dal sapore più originario, senza più bisogno di aromi correttivi. Ma il carattere speziato non sparisce. Semmai da protagonista diventa comprimario. Una “speziatura indiretta” veniva infatti conferita dalle botti in legno in cui la birra veniva lasciata a maturare, dando così al prodotto una nota meno dominante e più armonizzata con gli altri fattori che determinano gusto e carattere della birra (luppolatura, tipo di fermentazione, clima, temperatura, etc).
L’unica eccezione arriva dal Belgio, dove la birra è così radicata nella cultura da scandire le ricorrenze e in occasione delle festività è tradizione produrre birre speziate. Si tratta di vere e proprie limited edition- è il caso, per esempio, delle birre di Natale – in cui ingredienti come cannella, pepe, chiodi di garofano e scorze d’arancia danno ad ogni sorso carattere, corpo e struttura.

IL BOOM DELLE BIRRE SPECIALI, E LA SPEZIA TORNA INGREDIENTE
Gli ultimi anni hanno visto l’affermarsi della birra come fenomeno italiano. E accanto alla classica “chiara” si sono moltiplicati stili e tipologie di birra. Dove l’utilizzo di erbe e spezie è a volte la chiave per ottenere sapori sempre più distintivi che caratterizzano le birre cosiddette speciali, categoria eterogenea che racchiude prodotti molto diversi tra loro per tecnica di produzione, gradazione alcolica o tipologia di fermentazione (Ale, Trappiste, birre rifermentate, Rosse, Stout, ma anche Regionali, Radler, Light o Analcoliche). Alcuni numeri danno le dimensioni del nuovo trend: Dal 2010 al 2017 le birre speciali sono cresciute del +49,5% a volume e del +69,7% a valore. Naturalmente non tutte le birre speciali utilizzano spezie e erbe. Ma secondo la Ricerca DOXA/Osservatorio Birra “Gli italiani e le birre speciali”, il 77% degli italiani si dichiara favorevole (o molto favorevole) alle sperimentazioni di nuovi ingredienti e sapori nella birra, mentre solo il 15% ritiene che il gusto della birra non dovrebbe cambiare.

BIRRA E SPEZIE, DAL PIATTO AL BICCHIERE: SI PUÒ FARE!
L’ingresso delle spezie come ingrediente dà al gioco degli abbinamenti tra birra e cibo un’inedita complessità. Per l’esperta Micaela Martina, founder e owner di Lespezie.net: “La birra funziona con le spezie? Sì, ma bisogna trovare quelle giuste. La mappa delle spezie è caleidoscopica almeno quanto quella delle birre. E la scelta è vasta: dal Mediterraneo al vicino Oriente, dall’India al Sudest dell’Asia, passando per le Americhe, Oceania e Giappone, con le isole Hawaii ideale punto d’incontro tra l’influenza creolo-americana e quella giapponese. Quando le spezie diventano ingrediente della birra, l’equilibrio di sapori è sempre più ricercato, marcato e caratterizzante.
Aggiunge Paolo Merlin, coordinatore di Fondazione Birra Moretti: “Il legame birra/spezie va oltre al puro inserimento di una spezia nella bevanda, ma comprende anche tutto il panorama degli abbinamenti in cucina tra birra e piatti dove la spezia è un ingrediente, o piatti speziati dove la birra diventa ingrediente a sua volta. Un mondo che spazia dai formaggi e salumi della tradizione mediterranea, alle cucine etniche che in Italia godono di un crescente successo, fino all’uso di ingredienti come zafferano, zenzero e rafano che troviamo molto spesso in menù. Spezie, erbe aromatiche, o bacche in un piatto sono elementi molto caratterizzanti che richiedono attenzione al momento di scegliere la birra in abbinamento.

IL GUSTO SPEZIATO: TUTTA UNA QUESTIONE DI NASO (E TRIGEMINO)
Come si riconosce la speziatura in una degustazione? A livello sensoriale, la percepiamo in primis con l’olfatto, e a volte è accompagnata dalla piccantezza. Spezie e erbe aromatiche hanno aromi complessi e quindi possono conferire più di un sapore, dall’amaro all’acido, con un finale “pungente”. In base al gusto possiamo classificare le spezie in dolci (anice, vaniglia, cannella, lavanda, finocchio, macis, paprika, pepe rosa dell’Oceano Indiano, liquirizia, etc), acide/aspre (summacco, tamarindo, amchur, cardamomo, curry, cumino, chiodi di garofano e, tra le erbe, aneto, basilico, erba cipollina, coriandolo, prezzemolo). E poi, le spezie amare, assonanti al gusto luppolato della birra: aneto, rosmarino, origano, timo, salvia, alloro, galanga, levistico, nigella, curcuma, pepe rosa, chiodi di garofano, cumino, noce moscata e zafferano.
C’è poi il piccante, che viene recepito direttamente dai recettori del trigemino sulla punta della lingua e nel naso, in presenza di sostanze come la capsicina o la piperina. Tra le spezie piccanti, peperoncino, paprika, pepe della Guinea, pepe di Sichuan, pepe lungo, pepe nero, verde, bianco, rosso, pepe sancho, cubebe, rafano, o zenzero.

BIRRA E SPEZIE: ECCO IL VADEMECUM
In linea generale, maggiore sarà la componente speziata nei cibi, maggiore quella da ricercare nella birra: il potenziale dell’uno non deve prevalere sull’altro, e l’obiettivo della birra è valorizzare (o smorzare) le spezie nel piatto. Spezie “importanti” come garofano, cannella, noce moscata, ginepro, anice stellato, pepe della Jamaica o di Sichuan richiedono la struttura muscolare e la gradazione di una Bock. Spezie “fredde”, come il curry di madras, hanno bisogno di sostegno e corpo, che può ritrovarsi in una birra d’Abbazia o nella famiglia delle Ale. Nel caso di piatti in cui è riconoscibile la presenza di cardamomo, zenzero, coriandolo, pepe verde, o di molte erbe aromatiche, l’abbinamento è da ricercarsi tra le birre di frumento, blanche o weizen, che hanno una nota speziata e fruttata (agrumi, coriandolo, rosmarino) analoga.
Il piccante di formaggi stagionati come il provolone o il gorgonzola, chiamano la morbidezza di una Ale, mentre con alcuni prosciutti e salumi “giovani” dove il piccante è meno marcato possiamo osare anche il potere sgrassante di una lager leggera.

Ma è solo l’inizio: per “funzionare” nel piatto e nel bicchiere, alcune spezie hanno bisogno del sostegno di un’altra (per esempio, cardamomo con zenzero, cannella con anice stellato e chiodi di garofano). Altre sono così dominanti da cercare la solitudine, come il peperoncino o lo zafferano. Altre ancora, forse perché troppo simili (vaniglia e fave di Tonka) non vanno d’accordo.

ECCO LA GUIDA ALL’ABBINAMENTO BIRRA + SPEZIE
REALIZZATA DA FONDAZIONE BIRRA MORETTI IN COLLABORAZIONE CON LESPEZIE.NET

Lager: la tipica chiara a bassa fermentazione, nella sua versione base ben si abbina con pesci e carne bianche insaporite da spezie fresche come lo zenzero o il cardamomo. Ottima anche per contrastare le note dei peperoncini molto piccanti. Nella sua versione più alcolica si abbina molto bene con lo zafferano e la curcuma o con piatti di verdure speziati con paprika o garam masala.

Pils: la sua nota luppolata si accompagna bene con piatti non troppo elaborati o impegnativi, Perfetta con la cucina vietnamita che combina pesci e carni con grande quantità di verdure e spezie leggere. Bock: dal colore intenso e dal gusto più corposo e maltato rispetto alle Lager, può essere abbinata con piatti e spezie di una certa importanza come il pepe o la noce moscata.

Ale: è adatta per accompagnare sapori ricchi e con una speziatura profumata, come nel caso del pepe di Sichuan. Il corpo di Strong Ale, ha bisogno di piatti in grado di sostenerne il gusto, a base di spezie “calde”. Molto indicati sono i dessert a base di cannella, anice stellato, noce moscata.

IPA: le intense note balsamiche e l’importante nota amara sposano abbinamenti con pepe di Sichuan, pepe della Jamaica, Pepe Verde, Coriandolo, maggiorana e cumino, fieno greco e ginepro.

Birre d’Abbazia: perfette con i piatti più strutturati della tradizione italiana, o con spezie come cannella, chiodi di garofano, cumino, noce moscata, paprika, pepe, vaniglia.

Weiss: dal gusto fresco e rinfrescante, con note speziate e floreali, che permette di abbianrsi a piatti con basilico, menta, cardamomo, cumino, ed ancora a preparazioni con zenzero, pepe bianco, pepe rosa e curry.

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La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

Per informazioni:
Ufficio Stampa Fondazione Birra Moretti
INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione
Matteo de Angelis – Tel. 334 6788708
m.deangelis@inc-comunicazione.it

Fondazione Birra Moretti
Presidente: Alfredo Pratolongo – @AAPratolongo
Coordinatore: Paolo Merlin

Il toscano Francesco Cosci è il miglior sommelier della birra 2018

By FBM generale

IL PREMIO DI FONDAZIONE BIRRA MORETTI AI CAMPIONATI ITALIANI ASPI

Al concorso ASPI “Miglior Sommelier d’Italia 2018” Fondazione Birra Moretti ha premiato Francesco Cosci
23enne di Monsigliolo (AR), per aver mostrato la conoscenza più approfondita della birra e dei suoi abbinamenti.
Pratolongo: “Sommelier ambasciatori della birra a tavola”
Studio Doxa: per 8 italiani su 10 birra perfetta con i piatti della cucina mediterranea.

Birra protagonista della sfida del gusto e dell’assaggio indetto da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana che ha decretato il Miglior Sommelier d’Italia 2018. Il “Premio Fondazione Birra Moretti per la valorizzazione della birra a tavola” è stato assegnato a Francesco Cosci, per aver mostrato la conoscenza più approfondita del mondo della birra e la capacità di servirla e abbinarla al meglio.

23 anni, nato a Monsigliolo (Arezzo), Francesco Casci vanta già un importante curriculum internazionale. Dopo il diploma all’Istituto alberghiero, ha iniziato la sua carriera di Sommelier all’Osteria del Teatro di Cortona, per poi proseguire il suo percorso al Novikov e al Clos Maggiore a Londra. Attualmente lavora a Parigi, dove è sommelier presso il ristorante Les Climats.

PRATOLONGO, PRESIDENTE FONDAZIONE BIRRA MORETTI: SOMMELIER AMBASCIATORI DELLA BIRRA A TAVOLA
La partecipazione alla manifestazione organizzata da ASPI supporta l’obiettivo di Fondazione Birra Moretti, far conoscere e raccontare agli italiani tutte le sfumature della birra, la cultura del gusto e dell’abbinamento di questa bevanda millenaria, le sue uniche regole del servizio.
Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti: “In passato la birra è stata spesso e troppo a lungo trascurata, ma oggi diversi sommelier hanno iniziato a creare percorsi dell’abbinamento nei quali la birra viene proposta accanto al vino per valorizzare al meglio piatti e sapori innovativi o riscoprire specialità della nostra tradizione. In parallelo, le ricerche confermano che gli italiani sono incuriositi dalla maggiore complessità organolettica delle birre speciali. In questo scenario, la figura del sommelier è il tramite ideale per trasmettere la cultura della birra attraverso la ristorazione ai clienti, che possono affinare il loro ‘gusto birra’, guidati verso scelte più informate e quindi migliori, nel segno di un consumo di birra legato alla qualità e al piacere della tavola.”

DOXA: 7 ITALIANI SU 10 BEVONO BIRRE SPECIALI (MA NON RINUNCIANO ALLE LAGER)
La conferma di una crescente curiosità in Italia per questa bevanda arriva dalla ricerca “Gli Italiani e le birre speciali”, realizzata nel 2018 da DOXA per l’Osservatorio Birra. Secondo lo studio, ormai 7 italiani su 10 bevono birre speciali (ma solo 1 su 10 ha rinunciato alla classica chiara). Il 77% apprezza le sperimentazioni di nuovi ingredienti e sapori nelle birre speciali, mentre l’82% pensa che le birre – soprattutto a fronte dell’attuale varietà – si adattino perfettamente al cibo e alle ricette tipiche della dieta mediterranea. Una vera e propria rivoluzione epocale.

RISTORANTI, PUB E PIZZERIE GENERANO ANCORA I TRE QUARTI DEI RICAVI DEL MERCATO BIRRARIO
L’abbinamento birra-cibo è un gioco per il consumatore curioso, una sfida per i professionisti dell’assaggio e della degustazione. Ancora oggi ristoranti, trattorie, pizzerie, bar e gastro-pub gli italiani sono il luogo ideale per scoprire nuovi stili, abbinamenti gastronomici, carte delle birre sempre più fornite e a prezzi abbordabili. Oggi l’Ho.Re.Ca. rappresenta il 41% dei consumi di birra e genera il 75% dei ricavi del settore birrario italiano.
D’altra parte, nel variegato mondo del fuori casa, la birra resta motore dell’occupazione, in particolare quella giovanile. Secondo elaborazioni di Fondazione Birra Moretti, lungo l’intera filiera di produzione, distribuzione e vendita di birra destinata al canale Ho.Re.Ca., i lavoratori dipendenti ricollegabili al prodotto birra sono infatti quasi 75.400 (ovvero poco più del 10% del totale dei lavoratori dipendenti dell’intero comparto in Italia). E a beneficiarne sono stati soprattutto i giovani. Nel 2015 il 33,7% dei lavoratori dipendenti del settore della ristorazione aveva meno di 30 anni e l’82,8% meno di 50 anni (fonte ISTAT).

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La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

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Presidente: Alfredo Pratolongo – @AAPratolongo
Coordinatore: Paolo Merlin

Birra protagonista ai campionati italiani di sommelier

By FBM generale

IL PREMIO DI FONDAZIONE BIRRA MORETTI AL CONCORSO ASPI

Al concorso ASPI “Miglior Sommelier d’Italia 2018” (Milano, 6-7 ottobre) Fondazione Birra Moretti
premierà il sommelier che mostrerà la conoscenza più approfondita della birra e dei suoi abbinamenti.

Sabato 6 ottobre (ore 11,30), l’esclusiva Masterclass organizzata dalla Fondazione, dedicata all’incontro tra birra e spezie.
Pratolongo: “Sommelier ambasciatori della birra a tavola”
Studio Doxa: per 8 italiani su 10 birra perfetta con i piatti della cucina mediterranea.
Fuori casa il 75% dei ricavi del settore birrario. E la birra dà lavoro a 75mila persone.

Birra protagonista della sfida del gusto e dell’assaggio indetto da ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana che decreterà il Miglior Sommelier d’Italia. I 12 finalisti del concorso, tutti provenienti da prestigiose strutture ristorative ed alberghiere d’Italia e d’Europa, dovranno dimostrare di avere nel proprio bagaglio anche una vasta conoscenza del mondo delle birra e la capacità di servirla e abbinarla al meglio. E al Sommelier più preparato nella prova della birra verrà consegnato il “Premio Fondazione Birra Moretti per la valorizzazione della birra a tavola”.

Gara a parte, tutta la manifestazione, che si svolgerà a Milano sabato 6 e domenica 7 ottobre, presso il GrandVisconti Palace, profumerà di luppolo. Professionisti, operatori e appassionati del bere bene potranno infatti partecipare all’esclusiva Masterclass organizzata da Fondazione Birra Moretti che avrà come focus “birra e spezie”. Un percorso sensoriale e culturale guidato dal Coordinatore di Fondazione Birra Moretti Paolo Merlin assieme a Micaela Martina (owner e founder di Lespezie.net), alla scoperta dell’affascinante mondo di spezie e erbe aromatiche come ingrediente nella birra, in abbinamenti singolari e sorprendenti.

La Masterclass “Birra e spezie” si svolgerà sabato 6 ottobre dalle 11,30 alle 13,30. La partecipazione è gratuita fino a esaurimento posti. Per accreditarsi basta iscriversi su www.aspi.it/msi-2018.
L’incontro prevede una parte introduttiva sulla birra in Italia e un approfondimento sulle birre speciali, per poi passare alle spezie e al loro abbinamento con la birra.

Durante tutta la manifestazione sarà inoltrer possibile diventare sostenitore di Fondazione Birra Moretti (iscrivendosi sul sito www.fondazionebirramoretti.it) e diventare così “Amico della birra”, qualifica che dà diritto a ricevere strumenti esclusivi e accedere a esperienze di cultura birraria.
Per parlare di birra agli italiani, la Fondazione Birra Moretti ha scelto un approccio innovativo. Il progetto si fonda infatti sulla partecipazione attiva delle persone – a partire da chi opera nel settore birrario, passando da chef, sommelier e ristoratori, fino alla base di appassionati di birra e a quanti ne condividono i valori.

PRATOLONGO, PRESIDENTE FONDAZIONE BIRRA MORETTI: SOMMELIER AMBASCIATORI DELLA BIRRA A TAVOLA
La partecipazione alla manifestazione organizzata da ASPI supporta l’obiettivo di Fondazione Birra Moretti, far conoscere e raccontare agli italiani tutte le sfumature della birra, la cultura del gusto e dell’abbinamento di questa bevanda millenaria, le sue uniche regole del servizio.
Alfredo Pratolongo, Presidente di Fondazione Birra Moretti: “In passato la birra è stata spesso e troppo a lungo trascurata, ma oggi diversi sommelier hanno iniziato a creare percorsi dell’abbinamento nei quali la birra viene proposta accanto al vino per valorizzare al meglio piatti e sapori innovativi o riscoprire specialità della nostra tradizione. In parallelo, le ricerche confermano che gli italiani sono incuriositi dalla maggiore complessità organolettica delle birre speciali. In questo scenario, la figura del sommelier è il tramite ideale per trasmettere la cultura della birra attraverso la ristorazione ai clienti, che possono affinare il loro ‘gusto birra’, guidati verso scelte più informate e quindi migliori, nel segno di un consumo di birra legato alla qualità e al piacere della tavola.

DOXA: 7 ITALIANI SU 10 BEVONO BIRRE SPECIALI (MA NON RINUNCIANO ALLE LAGER)
La conferma di una crescente curiosità in Italia per questa bevanda arriva dalla ricerca “Gli Italiani e le birre speciali”, realizzata nel 2018 da DOXA per l’Osservatorio Birra. Secondo lo studio, ormai 7 italiani su 10 bevono birre speciali (ma solo 1 su 10 ha rinunciato alla classica chiara). Il 77% apprezza le sperimentazioni di nuovi ingredienti e sapori nelle birre speciali, mentre l’82% pensa che le birre – soprattutto a fronte dell’attuale varietà – si adattino perfettamente al cibo e alle ricette tipiche della dieta mediterranea. Una vera e propria rivoluzione epocale.

RISTORANTI, PUB E PIZZERIE GENERANO ANCORA I TRE QUARTI DEI RICAVI DEL MERCATO BIRRARIO
L’abbinamento birra-cibo è un gioco per il consumatore curioso, una sfida per i professionisti dell’assaggio e della degustazione. Ancora oggi ristoranti, trattorie, pizzerie, bar e gastro-pub gli italiani sono il luogo ideale per scoprire nuovi stili, abbinamenti gastronomici, carte delle birre sempre più fornite e a prezzi abbordabili. Oggi l’Ho.Re.Ca. rappresenta il 41% dei consumi di birra e genera il 75% dei ricavi del settore birrario italiano. D’altra parte, nel variegato mondo del fuori casa, la birra resta motore dell’occupazione, in particolare quella giovanile. Secondo elaborazioni di Fondazione Birra Moretti, lungo l’intera filiera di produzione, distribuzione e vendita di birra destinata al canale Ho.Re.Ca., i lavoratori dipendenti ricollegabili al prodotto birra sono infatti quasi 75.400 (ovvero poco più del 10% del totale dei lavoratori dipendenti dell’intero comparto in Italia). E a beneficiarne sono stati soprattutto i giovani. Nel 2015 il 33,7% dei lavoratori dipendenti del settore della ristorazione aveva meno di 30 anni e l’82,8% meno di 50 anni (fonte ISTAT).

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La Fondazione Birra Moretti, costituita nel 2015 da HEINEKEN Italia e Partesa, opera senza fine di lucro e ha lo scopo di migliorare la conoscenza della birra in Italia, diffondendone la cultura e abbinamenti gastronomici, coerenti con lo stile alimentare italiano e con un consumo di birra intelligente e moderato. La Fondazione Birra Moretti è una Fondazione di Partecipazione. Porta avanti il suo lavoro con il contributo di operatori del settore, sommelier, ristoratori, chef e di quanti condividono la passione per la birra o nutrono interesse per le opportunità che essa può offrire per sostenere la crescita e il benessere del Paese, e decideranno di diventarne sostenitori.

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Birre e formaggi, ecco gli abbinamenti perfetti

By FBM generale

I CHEESE LAB CON FONDAZIONE BIRRA MORETTI SBARCANO A “FORME”

Appuntamento imperdibile per l’82% degli italiani che considera le birre perfettamente adatte ad essere degustate con il cibo e le ricette tipiche della Dieta Mediterranea (fonte: Doxa-Osservatorio Birra 2018).
Sabato 29 e domenica 30 settembre, Fondazione Birra Moretti porta il mondo della birra a “Forme, Bergamo capitale europea dei formaggi”, la manifestazione dedicata all’arte casearia, con due laboratori del gusto (i “Cheese Lab”) dedicati al suggestivo e sorprendente incontro tra birra e formaggi, due tra i prodotti agroalimentari più caratterizzanti e legati ai territori d’appartenenza, risultato di tradizioni secolari e filiere di produzione uniche.

Come conferma Paolo Merlin, coordinatore di Fondazione Birra Moretti, “Con il mondo dei formaggi la birra ha in comune molto più di quanto ci si aspetti. Entrambi sono prodotti ‘vivi’, frutto della fermentazione, con un forte legame con il loro territorio di produzione. E hanno infinite declinazioni di stili, tipologie, colori, profumi e stagionature. Ancora più importante, l’incontro a tutto pasto tra birre e formaggi funziona perfettamente. Il gusto leggermente amaro e effervescente della birra riesce a equilibrare sapori a volte molto intensi del formaggio e pulisce la bocca, contrastando la grassezza della materia casearia. Con in più il vantaggio di non appesantirci, grazie alla ridotta alcolicità della birra. Una classica Lager chiara, la birra più diffusa, con qualche scaglia di Parmigiano Reggiano è ad esempio un matrimonio perfetto”.

I “Cheese Lab” con Fondazione Birra Moretti si svolgeranno a Bergamo nelle splendide sale di Palazzo Terzi, in collaborazione con i maestri assaggiatori di ONAF – Organizzazione Nazionale degli Assaggiatori di Formaggio, gli chef della Nazionale Italiana Cuochi e i sommelier di ASPI – Associazione della Sommellerie Professionale Italiana.

Sabato 29 settembre, dalle 12,30 alle 13,30: il Laboratorio di degustazione prevede assaggi e piatti a base di Taleggio Dop, Provolone Valpadana Dop dolce, Grana Padano Dop, Bitto Dop, che il Sommelier ASPI Matteo Ghiringhelli proporrà in abbinamento a Birra Moretti La Bianca e Birra Moretti Lunga Maturazione.

Domenica 30 Settembre, sempre dalle ore 12,30 alle 13,30: entrano in scena le tipicità bergamasche, come Salva Cremasco DOP, Formai de Mut dell’Alta Valle Brembana, Agrì di Valtorta Pat, Branzi FTB Pat, che il Sommelier ASPI Konstantinos Stavroulakis abbinerà con Birra Moretti IPA e Birra Moretti La Rossa.

Per entrambi gli incontri è previsto un limite di 30 partecipanti. Per informazioni e prenotazioni, è online il sito www.progettoforme.eu, la pagina Facebook Progetto Forme e il profilo Instagram Progetto Forme.

La partecipazione a “Forme, Bergamo capitale europea dei formaggi”, consolida la missione e i valori di Fondazione Birra Moretti, che ha l’obiettivo di accrescere la cultura della birra in Italia, coerentemente con lo stile alimentare italiano e con un approccio al consumo di birra intelligente e moderato.
Per parlare di birra agli italiani, la Fondazione Birra Moretti si basa sulla partecipazione attiva delle persone – a partire da chi opera nel settore birrario, passando da chef, sommelier e ristoratori, fino alla base di appassionati di birra e a quanti ne condividono i valori.
Sul sito www.fondazionebirramoretti.it, c’è la possibilità di iscriversi e diventare “Amico della birra”, essere informati sulle sue attività, ricevere strumenti esclusivi ed accedere a esperienze di cultura birraria.

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Per informazioni:
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Matteo de Angelis – Tel. 334 6788708
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