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Il Belgio ha poco più di undici milioni di abitanti e oltre mille varietà di birra: a conti fatti una ogni undici mila persone. La birra belga è un simbolo della nazione per storia, cultura e piacere.

Le prime corporazioni di fabbricanti nascono nel corso del 1300 a Bruges, Liegi e nel 1356 a Bruxelles dove nel XV secolo la sede della Gilda (corporazione) dei Tappezzieri, “De Gulden Boom” (L’albero d’oro) sita nella Grand Place, viene anch’essa acquistata dai fabbricanti di birra.

Da allora il Belgio ha sempre occupato un posto d’onore nel mondo brassicolo. Tra il 1700 e il 1800 il diffondersi delle attività artigianali nei monasteri Trappisti riguarda anche la produzione di birra. In Belgio vi sono sei monasteri dove i monaci producono birra: Westmalle, Westvleteren, Achel, Chimay, Orval e Rochefort. Inizialmente la produzione era ad uso esclusivo dei monaci, ma alla fine del 1800 iniziano le prime attività commerciali.

L’arte della fabbricazione della birra è gelosamente custodita sia in ambito religioso che civile, gli insegnamenti e i segreti si tramandano di padre in figlio, sino alla nascita, nel 1886 a Gand, dell’Istituto superiore d’industria della birra, di fatto la prima scuola birraria, cui segue l’apertura di una sezione dell’industria della birra all’università cattolica di Lovanio.

All’inizio del ‘900 in Belgio si contano oltre tremila birrifici, e nel 1934 nasce la prima “Triple”. Nell’immediato dopoguerra, i monaci dell’Abbazia di Affligem, fondata nelle Fiandre nell’anno mille, firmano un accordo con un birrificio di Anversa per produrre le loro birre. È la prima volta che una “birra di abbazia” viene prodotta al di fuori del monastero.

Una storia lunga e affascinante che, nel corso del tempo, ha attraversato numerose vicissitudini, incluse alcune guerre, ma ha sempre protetto la tradizione e la qualità della birra nelle sue diverse tipologie dalle Pilsener, alle Ale, dalle trappiste alle ambrate, sino alle particolari Lambic e alle ricercate birre d’Abbazia. Dal 2016 grazie alla passione dei birrai belgi, e alla loro spasmodica ricerca delle migliori tecniche produttive, “La tradizione della birra in Belgio” viene iscritta nell’elenco del Patrimonio Immateriale dell’Umanità”.

La birra è infatti, nel Belgio come in altri Paesi di grande tradizione brassicola, espressione piena della cultura e dell’identità della nazione ed è strumento attivo dell’Unione tra le comunità. Un denominatore comune della convivialità.

Gustare una birra belga è innanzitutto un piacere e la varietà di tipologie consente una scelta adatta ad ogni momento e a numerosi ghiotti abbinamenti. Le diverse birre sono prodotte in maniera tradizionale ma spesso contengono profumi e aromi particolari dagli agrumi alle spezie, alle erbe spontanee. Ottimamente bilanciate nelle note amare, acide e sapide, sono birre di carattere e struttura ben rappresentative di una cultura ultra secolare, tra le tante Fiamminghe Scure, Stout, Geuze, Bianche, senza dimenticare le Birre di Natale, dalle note speziate e avvolgenti.

Particolare la “Lambic” una birra a fermentazione spontanea, il cui raffreddamento all’aria aperta consente di ricevere lieviti spontanei infondendo le caratteristiche del territorio. Successivamente, affinate in legno, trovano la loro piena espressività. In alcune tipologie l’aggiunta di ciliegie morbide e succose dona un piacevole sentore fruttato, come nella Mort Subite Xtreme Kriek.

Tra gli innumerevoli gustosi abbinamenti, da provare un tipico “Ragù” della tradizione partenopea con una delle Belgian Strong Ale, ad esempio una Dark dalle note di frutta secca e spezie. Perfetta davanti ad un camino acceso e alle “costine alla brace”, una birra doppio malto di alta fermentazione, come la Affligem Blonde.

Per una vasta scelta il Delirium Bar di Bruxelles, con oltre duemila etichette in carta, così tante da rientrare nel Guinness dei Primati.

Andrea Radic
Giornalista