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Napoli è ospitalità, talento e artigianalità del gusto, che diventa passione gastronomica. In questo meraviglioso angolo di mondo portiamo oggi la nostra voglia di abbinare a piatti tipici birre di alta qualità. Il tutto ammirando uno dei panorami più belli di sempre: il golfo di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo.

Anche passeggiare per via dei Tribunali o per i Quartieri Spagnoli, salire le vie di Forcella e perdersi in via San Gregorio Armeno, regno dei “presepari” è davvero uno spettacolo.

Sul lato gastronomico ci tuffiamo convinti nelle specialità dello street food dalle pizze fritte a quelle “a libretto” (piegate in quattro) per non perdere la salsa di pomodoro. Imperdibile il “Cuoppo” di mare o di terra, un cono di carta spessa che funge da contenitore del fritto, con piccoli pesci come le alici, totani a pezzetti, baccalà e frutti di mare oppure crocchè di patate, mozzarelline fritte, verdure in pastella come melanzane e zucchine in quello di terra. Quale miglior abbinamento di un grande classico come Birra Moretti Baffo d’Oro. Lager fresca, piena e compatta, dal perfetto equilibrio gustativo tra le noti più morbide e quelle amare; è prodotta con il miglior malto d’orzo italiano e con un solo luppolo lo spalt bavarese, una varietà fra le più antiche.

Passiamo ad una tipicità stagionale, ma talmente buona che la si trova praticamente sempre: il “Casatiello”. Le origini di questo gustosissimo lievitato ripieno risalgono al 1600 ed è citato in una favola scritta da Giambattista Basile dove è protagonista di un banchetto reale per celebrare una bella fanciulla. “E, venuto lo juorno destenato, oh bene mio: che mazzecatorio e che bazzara che se facette! Da dove vennero tante pastiere e casatielle? Dove li sottestate e le porpette? Dove li maccarune e graviuole? Tanto che ’nce poteva magnare n’asserceto formato.” Il passo celebra sapori e abbondanza in pieno stile partenopeo. Questa ciambella salata contiene formaggio, salame, ciccioli e uova. Sapidità e morbidezza conquistano con un morso davvero intrigante.
L’abbinamento birrario è duplice, una lager di media intensità come la Ichnusa Ambra Limpida, dall’equilibrio unico tra freschezza e intensità, con note erbacee che ben “sgrassano” il ripieno intenso del Casatiello, Per chi desidera spingersi oltre abbiniamo una birra friulana del Birrificio Giulia che produce, tra le valli del Monte Mia (da cui proviene l’acqua di lavorazione), a “Sud” una birra nera doppio malto prodotta con metodo artigianale, ad alta fermentazione. Non viene filtrata né pastorizzata e si presenta dal colore molto scuro, con schiuma color caffellatte e un panorama olfattivo ricchissimo. Sorso intenso e ricco di sentori come caramello e ciliegia.

Era il 7 dicembre 2017 quando, con voto unanime dell’assemblea, “L’arte dei pizzaiuoli napoletani” è stata proclamata dall’Unesco patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.
Le storiche pizzerie, che hanno mano mano aperto sedi nelle principali città Italiane e all’estero, sono nate qui. Dalla pizzeria “Brandi” dove una targa di marmo apposta nel 1989 decreta “Qui 100 anni fa nacque la pizza Margherita” alla “Antica Pizzeria da Michele” data 1870, alla pizzeria “Starita” che accese il suo forno nel 1901.
E poi c’è lui, Gino Sorbillo, re di via dei Tribunali, dove la sua storica pizzeria, fondata dai nonni Luigi e Carolina nel 1935, richiama appassionati e celebrità dai quattro angoli del mondo.

Iniziamo con la “Margheritache Raffaele Esposito e Maria Giovanna Brandi, crearono nel 1889 recandosi a Palazzo Capodimonte, convocati da sua Maestà la Regina. Da allora la “Margherita” di Brandi è storia.

Per restare nel cuore di Napoli abbiniamo una lager del “Birrificio Artigianale Napoletano” prodotta con puro malto d’orzo si ispira alle birre a bassa fermentazione. Una bella schiuma densa, freschezza degli aromi floreali e persistenza. Un sorso che acchiappa.
La Pizza Fritta di Zia Esterina” di Sorbillo, è dedicata ai 21 figli tutti pizzaioli, nel segno della tradizione e della passione di famiglia. Croccante e dal ripieno goloso con scarola, provola e colatura di alici. Innamorarsi di Napoli ad ogni boccone.
In abbinamento brassicolo, restiamo al sud con una birra calabrese di ottimo livello.
Águila Negra del birrificio “Birra Cala”, una Stout dalle sfumature di nocciola, cacao e liquirizia e arricchita da un sentore perfettamente equilibrato di caffè colombiano.
Per chi desidera un contrasto diverso ottima scelta la Blanche di Brasserie de Silly. Note floreali e fruttate, leggeri cenni agrumati e speziati. Produzione artigianale per una birra tutta da scoprire.

Il nostro viaggio a Napoli termina in dolcezza.
Il Babà è un’arte vera e propria, la sua bontà dipende dal sapiente equilibrio tra la parte morbida e la parte liquorosa e dalla dimensione che non deve essere troppo minuta, ma di abbondante bellezza.
Un dolce inteso da abbinare con una birra altrettanto significativa. Abbiamo scelto “Cuore di Napoli Premium” del birrificio Kbirr, che sposa il progetto dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli, creando una birra che diventa segno estetico ed esprime un sentimento di appartenenza al territorio partenopeo, contribuendo ad alimentare un flusso artistico e creativo. Si tratta di una IPA dal corpo leggero ma capace di sprigionare note e profumi di bella freschezza.