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Piatti tipici regionali e abbinamenti con la birra

La cucina regionale è una delle espressioni più autentiche della nostra splendida Italia. Ogni territorio possiede una ricchezza agroalimentare di eccellenza ed una affascinante molteplicità di ingredienti e ricette. Ognuno di noi, tornando con la mente alle proprie origini, riesce a percepire anche il profumo di ciò che cuoceva nelle pentole in cucina o veniva portato in tavola con orgoglio e affetto, nelle occasioni familiari. Dal ragù della domenica, ai frutti di ogni tipo, alle torte salate che, solo sentendone il nome, sono capaci di portarci in un lampo nei luoghi dove la loro ricetta è tramandata di generazione in generazione.

Un vero e proprio viaggio del gusto che ci porterà a scoprire gustose ricette, piatti che regalano gioia al palato e agli occhi. E quale miglior abbinamento per le specialità regionali di una buona birra? Sarà questa l’altra metà del gusto, diverse tipologie di birra, provenienti da diversi Paesi per esaltare i sapori e accendere la convivialità.

Dalle lager, alle ambrate, dalle Bock, alle rosse, dalle birre di abbazia a quelle non filtrate. Ognuna di esse è perfetta per un sapore tipico che sia intenso, delicato, piccante o profumato.

La prima tappa è in Sardegna per scoprire la “Fregola” ingrediente storico e di tradizione che viene utilizzato in gustose ricette in ogni zona dell’isola.

La fregola è una pasta tipica sarda preparata con semola di grano duro.

A seconda dei diversi territori, assume nomi differenti come fregua, succu, cascà o pistitzone. In ogni caso è dal formato di questa pasta che ha origine il nome, pare infatti derivare dal latino ferculum, “briciola”. La fregola è un insieme di piccole palline irregolari che nascono lavorando l’impasto di semola e acqua. Successivamente vengono tostate in forno e assumono colore e sapore. In alcune zone, ad esempio il Campidano, viene aggiunto all’impasto dello zafferano fresco.

La forma ricorda il cous cous del nord Africa o più semplicemente un riso.

La storia della fregola risale a oltre mille anni orsono quando giunse in Sardegna, probabilmente grazie agli scambi commerciali di Fecnici e Punici. Quel che è…..

Se ne ha traccia con certezza nello Statuto dei Mugnai di Tempio Pausania, risalente al XIV secolo, dove la sua produzione veniva permessa solo dal lunedì al venerdì, per poter conservare l’acqua per i lavori agricoli previsti nel fine settimana.

La fregola si presta a diverse tipologie di cottura e, soprattutto a numerose ricette, tutte da provare. Nella zona dell’Ogliastra, battuta dai venti e profumata dalla macchia mediterranea, con il verde delle alte colline e le tinte azzurre e blu del mare la ricetta è “Fregola con le arselle” in dialetto “Fregula con còcciula”.

Il metodo di cottura è simile a quello del risotto, si bagna la fregola con il brodo di cottura delle arselle (conosciute anche come vongole o telline) e si cuoce con i sapori preferiti e della passata di pomodoro. A fine cottura si aggiungono le arselle (già portate a ebollizione).

Con un piatto saporito dal mare e di bella consistenza al palato possiamo abbinare una “birra non filtrata” per completare le affascinanti sensazioni di gusto. Dal sapore pieno e dal colore dorato, conserva una intrigante velatura, grazie alla naturale decantazione nei tini di fermentazione. Una birra “gastronomica” perfetta per un abbinamento della tradizione. In Sardegna la producono con puro malto d’orzo, un sorso che, come la fregola, trasmette in un istante tutta l’anima sarda, fatta di personalità carattere e orgoglio.

Sempre dal mare arrivano per condire la fregola, scampi e gamberi, pesci di scoglio per un perfetto ragù, cozze. A queste specialità abbiniamo una birra francese, proveniente da Strasburgo e dedicata proprio ai pescatori, la “Biere di Pecheur”. Piacevole carattere, una lager di gustosa e piena declinazione e una piacevole lunghezza del sorso.

La seconda ricetta tutta da provare è tipica di Alghero la “Paella Algherese” rivisitazione tutta sarda della celebre ricetta spagnola. Questa ricetta è stata creata durante i festeggiamenti per i 900 anni della città. La lunga presenza spagnola portò anche le sue culture, tra le quali quella gastronomica. La fregola sostituisce il riso e agli ingredienti di mare come calamari, cozze e gamberoni, si aggiungono quelli di terra con la salsiccia di maiale, pollo e le verdure: cipolla peperoni, piselli e pomodoro.

A insaporire il piatto si aggiunge in cottura lo zafferano. Infine il tocco tutto isolano prevede a piatto ultimato una bella grattugiata di bottarga di muggine dal tipico sapore.

Un piatto che declina sapori e consistenze cui possiamo abbinare una birra ambrata di abbazia con garanzia di essere prodotta da parte di monaci trappisti o sotto il loro diretto controllo.

Perfetta una trappista belga di Vallonia. Nel bicchiere l’aspetto della birra ambrata è davvero invitante, con riflessi ramati e una schiuma cremosa. I profumi sono affascinanti, fruttati e intensi. Il sorso è unione di dolcezza e amarezza in ottimo equilibrio. Perfetta per l’unione terra e mare presente nel piatto. In alternativa una legger spagnola unisce nel bicchiere le due culture che hanno originato la ricetta, quella di Alghero e quella della Catalogna.

La fregola si acquista anche già pronta per essere cotta, oppure si può preparare “a mano” lavorando semola e acqua, fino ad ottenere le piccole palline da far poi tostare in forno.

Curiosità sul servizio della birra sarda in bottiglia. La bottiglia stappata è avvolta in un panno o un tovagliolo per far sì che mantenga intatte le sue caratteristiche.