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Un nuovo anno inizia e il nostro viaggio prosegue. Nuove tappe e nuove mete del gusto per scoprire insieme in questi prossimi sei mesi, il gusto e i sapori della cucina regionale italiana in abbinamento a ottime birre.

Con l’anno nuovo i progetti e i buoni propositi accompagnano ogni settore e ciascuno di noi. Ci voleva dunque uno sguardo ampio ed esteso, per raccontare l’eccellenza agroalimentare e brassicola del nostro Paese. Abbiamo scelto un territorio che, in qualche modo, rappresenti tutti dal nord al sud e viceversa. Oggi viaggeremo sugli Appennini, 1200 chilometri di sistema montuoso che si adagia lungo tutta la Penisola.

Specialità regionali e birre di grande soddisfazione tra Appennino Ligure, Tosco Emiliano, Centrale, Meridionale e quello Siculo, separato dallo Stretto di Messina.

Questo territorio montuoso, ma non troppo, custodisce, come uno scrigno, veri gioielli. Da decine di borghi tra i più belli d’Italia, a parchi naturali di grande bellezza con paesaggi che, spesso, respirano i monti e guardano il mare.

Dunque partiamo salendo sulle pendici dell’Appennino Ligure dove sono intensi profumi della macchia mediterranea. Ci troviamo al confine tra Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, nelle cosiddette “Quattro Province” dove la tradizione contadina è ancora viva e presente. Cominciamo con “Agnolotti alla Pavese” con il ripieno di stufato di carne e proseguiamo con i salumi: il celebre “Salame di Varzi”, il “salame Nobile del Giarolo”, da carni selezionate con estrema cura e dalle forme più ampie, “Il Cucito”, la pezzatura più pregiata insaccato due volte e, appunto, cucito. La sua morbidezza e il suo sapore restano intatti, nonostante un affinamento piuttosto lungo. Infine i “Giarolini”, freschi e di pronto consumo, piccole riproduzioni “in scala” dei salami più grandi.

Con sapori così piacevoli e decisi, due ottimi abbinamenti birrari. Il primo, più per contrasto, vede protagonista il carattere essenziale delle India Pale Ale (IPA) e delle Blanche, per un sorso di bella energia e freschezza, dalle note speziate e floreali come Moretti La Bianca. Con il secondo abbinamento, per assonanza, cerchiamo corpo e intensità anche nel sorso. Da provare una IGA (Italian Grape Ale) con aggiunta di mosto d’uva durante il processo di lavorazione. Intense quella da Cannonau e quelle dai vitigni calabresi Gaglioppo e Greco Nero, prodotte a Scalea dal Birrificio Cala.

Prima di lasciare gli Appennini liguri, lasciamoci sedurre dal fascino di un “Coniglio alla Ligure” con pinoli, olive e cipolla, insaporito con salvia e timo. Per apprezzarlo al meglio una birra di Abbazia è sicuramente giusta. Come la “Abbaye de Forest Blonde”, nata in Belgio, dall’esperienza secolare delle Madri Badesse Benedettine. Con il suo carattere persistente e ben equilibrato nelle note amarognole e fruttate con un tocco di uva passa, si abbina felicemente.

Raggiungiamo l’Appennino Tosco Emiliano con la ricchezza naturale e paesaggistica del suo Parco Nazionale tra boschi e vallate e i numerosi tesori storici e artistici protagonisti di borghi millenari, castelli e monasteri.

Nella Garfagnana, ma tipica anche della provincia di Lucca, ecco la “Torta di Farro”. dall’invitante profumo di spezie e pecorino, perfetta per una merenda di gennaio, dopo una bella camminata nella natura. Per accompagnarla con il medesimo spirito di autenticità, scegliamo una birra rossa, di bella intensità e grande identità irlandese. Una McFarland, le cui note morbide e rotonde e i sentori di miele, bilanciano con eleganza la contadina artigianalità della torta di farro. Dalla zona appenninica dell’Emilia ecco un piatto che celebra la condivisione, la “Polenta Stiada”, ovvero stesa su di un ampio tagliere di legno e condita con sugo di carne, Parmigiano Reggiano o funghi. Per tradizione viene condivisa direttamente dal tagliere dai commensali intorno al tavolo. Per confermare questo spirito di condivisione, scegliamo una birra in grande formato, magnum o doppio magnum. Come la “Super” di Baladin, ambrata, con profumi delicati di tropico e marzapane e un sorso armonico e intrigante. In magnum anche Chimay Bleue.

La parte centrale dell’Appennino, suddivisa tra umbro marchigiano e abruzzese, è caratterizzata dalla presenza della sua cima più alta, il Gran Sasso d’Italia. Definito “Piccolo Tibet” per l’affascinante panorama di Campo Imperatore, cela sulle sue pendici una cucina regionale di grande gioia per il palato.

Per non farci mancare nulla scegliamo i grandi classici: “Pallotte cacio e ova”, di semplice fattura e dal gusto straordinario, e gli “Arrosticini” rigorosamente di carne ovina, ambasciatori della cucina del territorio e poi Mortadella di Campotosto, comune sulle pendici della montagna e “Ventricina teramana”, salume “spalmabile” perfetto su di una fetta di pane caldo.

A queste vere eccellenze gastronomiche abbiniamo una Lager di bell’equilibrio e profumi precisi, la Moretti Ricetta Originale, capostipite del marchio birrario nato nel 1859. Ottima anche una Fischer Blond, Lager Alsaziana dal gusto più deciso, perfetta compagna della Ventricina.

Terminiamo il nostro viaggio al sud con due tappe, due piatti e due birre.

La prima è in Basilicata a Venosa, dove ammirare i panorami dell’Appennino Lucano e immergersi nella storia della città patria del madrigalista Carlo Gesualdo e del poeta latino Orazio. Proprio quest’ultimo cita nelle sue Satire il nostro piatto tipico “Lagane e Ceci”. “Inde domum me ad porri et ciceris refero laganique catinum” (quindi mi ritiro in casa, al mio piatto di porri, ceci e lagane).

In abbinamento una bella birra scura la Murphy’s Stout. Nel sorso intenso e vellutato, spiccano la rotondità e i sentori di malto.

La seconda e ultima tappa sono i monti Peloritani, compresi nell’Appennino siculo.

Qui troviamo i cosiddetti “Formaggi Storici” dei Nebrodi e dei Peloritani, tra i quali spicca merita il “Maiorchino di Novara di Sicilia”. Prodotto sin dal 1600, ne parla anche Carmelo Campisi negli anni Trenta nell’opera “Pecore e pecorino della Sicilia”.

Dal sapore intenso e piccante si sposa con maccheroni e salsiccia, il piatto principe della “Sagra del Maiorchino” che si svolge nel prossimo periodo di carnevale. L’abbinamento perfetto è, per geografia e gusto, con “Birra Messina Vivace” dalle note agrumate di grande freschezza.

Buon anno a tutti!